L’Amore più grande, che lascia…il segno!
Mercoledì I Settimana Tempo di Quaresima
Gn 3,1-10 Sal 50 Lc 11,29-32
Gesù rimprovera questa generazione che cerca un segno. Si riferisce all’ostinazione di chi, per credere, vuol vedere segni portentosi, percepibili attraverso i sensi. Quando infatti l’uomo pone condizioni per affermare la propria fede, in fondo afferma i propri segni di potere, menzogna, arroganza. Ma la vera sapienza sta nell’accogliere con gratitudine i segni che già ci sono donati. Dio ci ha donato il segno definitivo, la vita del Figlio amato. Da questo segno di amore, tutta la realtà intorno a noi parla di una presenza viva, di un amore gratuito e senza limiti. Il Verbo fatto carne è molto più di Salomone, che pure era uomo di straordinaria sapienza. Il profeta Giona verrà inghiottito nel ventre del pesce e vi resterà tre giorni. Il Signore Gesù, sapienza e misericordia del Padre, ci ha donato il segno dell’amore più grande: la propria vita per gli amici (cfr. Gv 15,13). Si lascerà inghiottire nel ventre della terra per amore nostro, per sconfiggere per sempre la morte e salvarci.
Tu o Padre non gradisci sacrifici. Ma gradisci che accogliamo con gratitudine la tua misericordia, in un cuore umile e sincero.
Dallo Specchio di perfezione [FF 1818]
Francesco diceva che […] ogni creatura dice e chiama: «Dio mi ha creata per te, o uomo!» Noi che siamo vissuti con lui, lo vedevamo rallegrarsi interiormente ed esteriormente di quasi tutte le creature, così che, toccandole o mirandole, il suo spirito sembrava essere in cielo, non in terra.
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