Il desiderio nella parola
Martedì I settimana di Quaresima
Is 55,10-11 Sal 33 Mt 6,7-15
Le letture di oggi ci dicono che le parole esprimono un desiderio. Nella prima lettura il deutero Isaia descrive la Parola di Dio come l’acqua che scende sulla terra, si muove tra gli uomini e torna a Dio, solo dopo aver operato ciò che lui desidera. È una profezia del passaggio vivificante del Figlio di Dio nella storia, della forza trasformante dell’Incarnazione, che permette la nuova creazione. Questo, infatti, è il desiderio di Dio per noi.
Nel vangelo, Gesù ci suggerisce parole cariche di desideri da rivolgere al Padre, che è sempre Padre nostro. È il desiderio così forte del Regno, del pane quotidiano, del perdono dei peccati e della sua forza nella tentazione, che diviene preghiera autentica, umile e tenace.
La Parola oggi ci invita, cioè, a pregare con Gesù che prega, a parlare con il Padre che parla, non soltanto perché abbiamo bisogno di “cose” importanti ma perché abbiamo desiderio di vivere da figli e fratelli. Infatti, quello che il Padre ci dona è molto più grande di ciò che noi ci aspettiamo. Perché, in realtà, nel momento in cui cominciamo a pregare con Gesù, quando le nostre parole esprimono la sua carità, l’esperienza che ci viene donata è quella di diventare figli con Lui.
Padre, insegnaci a pregare e donaci di non sprecare le parole.
Dalla Leggenda dei Tre Compagni [FF 1427]
Le sue parole non erano frivole, ridicole, ma, piene della forza dello Spirito Santo, capaci di penetrare nell’intimo dei cuori, così da stupire e toccare con forza gli ascoltatori.
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