Digiuno che guarisce
Venerdì dopo le Ceneri
Is 58,1-9 Sal 50 Mt 9,14-15
La parola “digiuno” possiamo dividerla così: di-giù-no. Lo possiamo dire per il cibo: non mandare giù nulla nello stomaco. Lo stesso per il digiuno spirituale che è la completa purificazione del cuore: non deve andare giù nulla che fa male. Questo significa che non dobbiamo accontentarci o accomodarci, ma astenerci e alimentare la nostra anima, la nostra vita di cose buone per poter essere docili alla volontà di Dio e prendere la strada della condivisione.
Il profeta Geremia ci dice quali sono le cose buone da scegliere: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, dividere il pane con l’affamato, aiutare i miseri, i senza tetto, vestire gli ignudi, senza trascurare i parenti. All’apice di tutto ciò, c’è il Signore che desidera essere nostro sposo, Colui che dona il balsamo dell’amore e la gioia della consolazione. Lasciamolo entrare come unica bontà … Il frutto di questa scelta sarà la guarigione, saranno lenite le nostre piccole o grandi ferite!
Signore, le nostre rinunce servano per nutrici, per compiere opere buone e per lasciarci ispirare pensieri degni della Tua presenza in noi!
Dalla Leggenda di Santa Chiara [FF 3196]
E mentre avviene di solito che un’aspra macerazione fisica produce per conseguenza depressione di spirito, ben diverso era l’effetto che splendeva in Chiara: in ogni sua mortificazione manteneva infatti un aspetto gioioso e sereno, così che sembrava non avvertire o ridere delle angustie del corpo.
Da ciò si può chiaramente intuire che traboccava all’esterno la santa letizia di cui abbondava il suo intimo: perché ai flagelli del corpo toglie ogni asprezza l’amore del cuore.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.