Quando entrò in casa
Mercoledì V Settimana del Tempo Ordinario
Gen 2,4b-9.16-17 Sal 103 Mc 7,14-23
Ci sono circostanze in cui la miseria del cuore umano sconcerta, a volta addirittura fa paura. I farisei si illudono di poter risolvere il limite umano vivendo l’osservanza intransigente e scrupolosa di tutte le prescrizioni. Si nascondono dietro le minuzie della legge, piuttosto che ammettere quei propositi di male che abitano il cuore.
Il Vangelo poi ci dice che il Maestro entra in una casa, in compagnia dei discepoli. Questo luogo di intimità e di amicizia con Gesù, lontano dalla folla, è il luogo dove ognuno di noi può comprendere bene la Parola, che non può che fare luce anche sulla verità di sé stessi. È il dialogo confidente della preghiera, ma anche la grazia del Sacramento del perdono. In questa casa, le bruttezze che abitano il cuore, sono redente dall’infinita misericordia di Dio e non fanno più paura.
Alto è glorioso Dio, illumina le tenebre del mio cuore!
Dalla Regola non bollata
Tutti amiamo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutta la capacità e la fortezza, con tutta l’intelligenza, con tutte le forze, con tutto lo slancio, tutto l’affetto, tutti i sentimenti più profondi, tutti i desideri e la volontà il Signore Iddio, […] che ci ha creati, redenti, e ci salverà per sua sola misericordia; Lui che ogni bene fece e fa a noi miserevoli e miseri, putridi e fetidi, ingrati e cattivi.
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