Mercoledì 6 marzo 2019, LE CENERI
Dal Vangelo
Matteo 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Dalle Fonti
Leggenda dei tre compagni 35: FF 1438-1439
In tutte le sue Regole infatti esaltava appassionatamente la povertà, e a tutti i frati inculcava la preoccupazione di non toccare denaro. Egli ebbe a scrivere più Regole, e le sperimentava prima di comporre quella definitiva, che lasciò ai fratelli. In una di esse esprime il suo rifiuto del denaro con queste parole: «Stiamo attenti, noi che abbiamo lasciato tutto, a non perdere il regno dei cieli per così poco. E se ci capitasse di trovare del denaro, non facciamone caso più che della polvere che calpestiamo».
Alla vita
Potremmo intitolare l’inizio del tempo di Quaresima come tempo d’intimità. Gesù, che dell’intimità ha fatto il suo habitus, esorta i discepoli a fare lo stesso. E’ bello pensare al tempo quaresimale come tempo di raccoglimento, di relazione, di amore. Entrare nella “cella del proprio cuore” e stare semplicemente con Lui! Stare: una dimensione dell’uomo fondamentale. Oggi, più che mai, la società, il lavoro, le preoccupazioni ci costringono a ritmi incessanti, accelerati dagli adempimenti e dalle corse quotidiane. Questo tempo è un tempo per fermarsi, per stare e sostare ai piedi del Maestro. Insieme a Francesco, scegliamo di rimanere in questo atteggiamento d’intimità! E’ proprio nel silenzio e nel raccoglimento che si rivela il Regno di Dio, la Sua Presenza, l’incontro intimo e d’amore con Lui.
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