A chi sto andando dietro?
Martedì XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
Ap 14,14-19 Sal 95 Lc 21,5-11
Il brano del Vangelo che oggi preghiamo, fa parte dell’unità letteraria del capitolo 21 del vangelo di Luca, fino al versetto 36. Riguarda l’inizio del discorso di Gesù sulla fine dei tempi: ci ricorda che ogni cosa ha in Dio il suo inizio e il suo sviluppo e il suo termine. Perdere di vista questa verità vuol dire percorrere una via di inganno che, dice il vangelo, muove in noi domande e ricerche fasulle.
A chi stai andando dietro? È una domanda che attraversa le letture di oggi, ricordandoci che ogni cosa sarà valutata in relazione a Gesù e, in fondo, sono poche le cose che rimangono. Quelle grandi, come le “belle pietre e i doni votivi” scompariranno. Rimarrano quelle piccole, rimarrano i semi eterni della carità operata nel nome di Gesù; rimarrà la lode e la gratitudine per la sua premura per noi, discreta e puntuale, potente e delicata (come ci ricorderà domani il prosieguo del vangelo). Rimarrà la misericordia di Dio nel suo giudizio e il nostro desiderio fattivo di andare dietro al Signore Gesù, morto e risorto per amore nostro.
La tua vita Gesù sia l’unica luce per la nostra.
Dal Commento al “Pater noster” [FF 266.268]
O santissimo Padre nostro: creatore, redentore, consolatore e salvatore nostro.
(…) Sia santificato il tuo nome: si faccia luminosa in noi la conoscenza di te, affinché possiamo conoscere l’ampiezza dei tuoi benefici, l’estensione delle tue promesse, la sublimità della tua maestà e la profondità dei tuoi giudizi.
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