Una strada per tutti
Sabato XXXI Settimana del Tempo Ordinario
1Tm 5,3-10 (opp. Sir 26,1-4.13-16) Sal 30 Mt 25,31-40
Santa Elisabetta d’Ungheria, Festa
Nella giovanissima vita di Santa Elisabetta d’Ungheria, troviamo davvero l’esempio di chi ha praticato la misericordia, toccando qui in terra il corpo di Cristo, segnato dalla fame, dalla malattia, dalla miseria.
Vivere le opere buone è imitare Dio stesso, che in Gesù ha sfamato, dissetato, accolto, vestito, visitato, amato ogni uomo. Ancora, vivere le opere buone è camminare sulla strada che Dio ha preparato per noi (Cf Ef 2,10), una strada percorribile da tutti, sia da chi conosce e riconosce il Signore, sia da chi non lo conosce. I poveri, gli ultimi, i piccoli sono allora un dono di Dio per noi, sono, infatti, quasi un “sacramento”, perché in essi, secondo la parola del Vangelo, possiamo incontrare Gesù, toccare con mano la sua presenza. La gioia del regno, preparato fin dalla creazione del mondo, è per tutti e alla portata di tutti. Ciascuno di noi, se apre il cuore, la mente e le mani al suo prossimo nel bisogno, può essere certo che lì incontrerà il Signore.
Riempi il nostro cuore del tuo Spirito, o Signore, fa che ci spinga a lasciare le nostre comodità e pigrizie per venire incontro a Te, presente nei nostri fratelli più piccoli e poveri
Dalla Leggenda Maggiore di san Bonaventura [FF 1142]
Si chinava, con meravigliosa tenerezza e compassione, verso chiunque fosse afflitto da qualche sofferenza fisica e quando notava in qualcuno indigenza o necessità, nella dolce pietà del cuore, la considerava come una sofferenza di Cristo stesso. Aveva innato il sentimento della clemenza, che la pietà di Cristo, infusa dall’alto, moltiplicava. Sentiva sciogliersi il cuore alla presenza dei poveri e dei malati e, quando non poteva offrire l’aiuto, offriva il suo affetto.
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