Il pegno che impegna!
Mercoledì XXX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 6,1-9 Sal 144 Lc 13,22-30
La domanda di questo tale sa tanto di curiosità: “…Sono pochi quelli che si salvano?”. Come ogni curiosità, infatti, non serve a nulla, se non a distogliere l’attenzione da sé stessi, per immischiarsi nella vita degli altri. Ma il Maestro Gesù, nella sua bontà, ci riconduce pazientemente dentro il nostro cuore: è unicamente lì che si gioca la nostra salvezza. Essa è dono gratuito, è l’immenso pegno di amore di Cristo che offre la sua vita per noi. Tuttavia qui ed ora, per accogliere questo regalo, dobbiamo impegnarci.
“Sforzatevi” ci esorta Gesù. È un verbo tradotto anche con l’imperativo: “lottate!”. È necessario sostenere una lotta, soprattutto la “lotta” della preghiera. Ritornando in me stesso, nel silenzio umile della preghiera, imparo a contemplare il mistero dell’amore di Dio per me. E sotto questa immensa luce, si sveleranno pian piano ai miei occhi le piccole o grandi “ingiustizie” del cuore. Nel silenzio della preghiera, attraverso l’azione dello Spirito santo, emerge finalmente la verità di me stesso e si scioglie la durezza del mio cuore. Solo allora, con grande gioia, potrò entrare e partecipare al banchetto del regno!
Padre buono, tu ci parli nel silenzio. Donaci il gusto della quiete per imparare sempre più ad ascoltare la tua voce.
Dalla Legenda Maggiore di San Bonaventura [FF 1094]
Francesco voleva che i frati osservassero il silenzio indicato dal Vangelo, cioè che in ogni circostanza evitassero accuratamente ogni parola oziosa, di cui nel giorno del giudizio dovranno rendere ragione. Se trovava qualche frate incline ai discorsi inutili, lo redarguiva con asprezza, affermando che il modesto tacere custodisce la purezza del cuore.
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