Amore illogico
Martedì della XXIX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 2,12-22 Sal 84 Lc 12,35-38
San Giovanni da Capestrano Sacerdote, memoria
La vigilanza di Gesù porta i segni di un’attenzione non tanto a quello che c’è già (da proteggere, difendere, conservare a tutti i costi), ma piuttosto a quello che non c’è ancora, che aspettiamo che arrivi, che vogliamo accogliere, perché è la nostra salvezza. È un atteggiamento escatologico, è espressione della speranza: per questo si riveste di comportamenti incomprensibili, illogici e persino rischiosi per chi non ne capisce il senso.
Aspettare il ritorno del padrone con le “vesti strette ai fianchi” richiama l’atteggiamento tipico dei lavoratori, o dei pellegrini che volevano camminare spediti verso la meta. Per non avere impaccio nei lavori, o nel cammino, erano abituati a sollevare e arrotolare le vesti bloccandole con una cintura. Avere lo stretto necessario – e non solo materiale – è illogico per il nostro tempo. Per chi vuole bene al Signore è la vera prontezza per accogliere l’inaudito: il padrone, di notte, al rientro da una festa di nozze, non chiede di essere servito ma si mette a servirci. Davvero inaudito.
Signore, oggi ci dici che addormentarci su cose inutili è davvero stolto. Donami di credere profondamente a questa verità e dammi la forza di abbandonare con decisione ogni mia inutilità, per lasciarmi servire da te e imparare l’amore illogico.
Dalla Compilazione di Assisi [FF 1564]
Dio mi ha chiamato per la via dell’umiltà e mi ha mostrato la via della semplicità. Non voglio quindi che mi nominiate altre regole. (…) Il Signore mi ha detto che questo voleva: che io fossi nel mondo un “novello pazzo”: e il Signore non vuole condurci per altra via che quella di questa scienza!
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