Innanzi al Signore a preparargli la strada
Giovedì XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
2Tm 4,10-17b Sal 144 Lc 10,1-9
San Luca, Evangelista
Il centro di questo Vangelo è Gesù e il suo regno, non altro. Dei settantadue non si menzionano né nomi, né luoghi, né tempi di partenza, né durata del viaggio… Nulla. Il numero settantadue evoca l’intera umanità: dunque per tutti noi c’è un invito a partire. Non con la sicurezza dei mezzi o con la forza del numero, ma forti solo del Vangelo. A due a due… con la forza della condivisione, che è gioia e carità fraterna, semplicità e mitezza. Siamo chiamati ad andare davanti a Gesù, non perché siamo più importanti, ma al contrario: perché apriamo la strada a colui che è il più importante. Prima di partire allora è necessario spogliarci di noi stessi, liberarci dal desiderio di essere attesi come “ospiti d’onore”. È questo il senso della sobrietà che il Signore Gesù, inviandoci, ci domanda: la sobrietà dei mezzi, come anche quella degli atteggiamenti, dei sentimenti, delle parole. Non è una privazione fine a sé stessa, ma un cammino il cui frutto è una profonda libertà. Perché non siamo importanti noi, ma il Signore che viene! Il successo della missione non dipenderà dalle abilità o dai personali carismi. Ma unicamente dalla disponibilità che avremo a lascar lavorare Dio dentro di noi, e a lasciare che Dio, e non noi, lavori dentro il cuore dei fratelli.
Tutti i popoli, o Dio, vedano la tua salvezza.
Dalla Regola non bollata [FF 45]
I frati poi che vanno tra gli infedeli (…) si ricordino che si sono donati e hanno abbandonato i loro corpi al Signore nostro Gesù Cristo. E per il suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili, poiché dice il Signore: “Colui che perderà l’anima sua per causa mia la salverà per la vita eterna”.
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