Frutto dell’ascolto è la pace
Martedì della XXVII Settimana del Tempo ordinario
Gal 1,13-24 Sal 138 Lc 10,38-42
Gesù vive dell’ascolto del Padre e si mette a nostro servizio donando tutto sé stesso. Il Padre, a sua volta, desidera farci conoscere il Figlio, si compiace di questo – dice san Paolo – perché poi serviamo gli altri annunciando la novità dell’amore di Dio. La famosa icona biblica di Marta e Maria ci ricorda che siamo invitati dal Padre a lasciarci lavorare dal silenzio e dall’ascolto della Parola. Poi però siamo chiamati ad assumere tutte le gioie e i dolori del popolo di Dio, riconoscendo Gesù Cristo che vive e muore in quel Corpo che ci viene chiesto di amare. Il vangelo oggi ci dice “come” amare: con concretezza, essenzialità e calma. Cioè solo con Gesù, senza il quale non possiamo far nulla, e ci libera da agitazione e affanni inutili. Solo la Parola di Dio ci rende strumenti di pace.
Donaci o Padre di nutrirci alla Parola che ci doni attraverso Gesù, ma anche al tuo silenzio che ci educa alla quieta profondità dell’ascolto di me stesso e degli altri.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 357.359]
Egli infatti non era mai stato un ascoltatore sordo del Vangelo, ma, affidando ad una encomiabile memoria tutto quello che ascoltava, cercava con ogni diligenza di eseguirlo alla lettera.
In ogni suo sermone, prima di comunicare la parola di Dio al popolo, augurava la pace, dicendo: “Il Signore vi dia la pace!”. Questa pace egli annunciava sempre sinceramente a uomini e donne, a tutti quanti incontrava o venivano a lui. In questo modo otteneva spesso, con la grazia del Signore, di indurre i nemici della pace e della propria salvezza, a diventare essi stessi figli della pace e desiderosi della salvezza eterna.
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