Il nostro prossimo
Lunedì XXVII Settimana del Tempo Ordinario
Gal 1,6-12 Sal 110 Lc 10,25-37
Alla domanda “E chi è mio prossimo?” Gesù non risponde direttamente ma racconta una parabola dal punto di vista del “prossimo”. Così il dottore della Legge e noi che leggiamo, vediamo la scena dal punto di vista dell’uomo ferito, lasciato mezzo morto. E alla fine Gesù chiede “chi è stato prossimo?” e comanda: “Va’ e anche tu fa’ così!”.
Gesù non ci da la definizione di chi è il nostro prossimo, fa di più! Facendoci mettere nei suoi panni, ci invita a provare ciò che egli prova, a soffrire come lui soffre, a sentire il suo bisogno di cure, il suo bisogno di amore.
Forse c’è in questo anche un invito a riconoscerci amati così da Dio, che sempre si fa nostro prossimo per soccorrerci e prendersi cura di noi. La Parola ci provoca a riconoscere che ogni nostro amare – Dio, noi stessi, gli altri – è sempre un restituire l’amore che da sempre riceviamo. Un amore che ci chiama a restituire, a farci prossimi a nostra volta, così come il Signore si fa prossimo con noi.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri
Dalle Ammonizioni [FF 167-168]
Beato l’uomo che offre un sostegno al suo prossimo per la sua fragilità, in quelle cose in cui vorrebbe essere sostenuto da lui, se si trovasse in un caso simile.
Beato quel servo che restituisce tutti i beni al Signore Iddio, perché chi riterrà qualche cosa per sé, nasconde dentro di sé il denaro del Signore suo Dio, e gli sarà tolto ciò che credeva di possedere.
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