Dio è sempre nuovo
Giovedì XXV Settimana del Tempo Ordinario
Qo 1,2-11 Sal 89 Lc 9,7-9
San Vincenzo de’ Paoli, Memoria
La Parola oggi ci pone due domande, la prima di Qoelet: «C’è forse qualcosa di cui si possa dire: “Ecco, questa è una novità?”».
L’altra di Erode: «Chi è dunque costui, del quale sento dire certe cose?». Leggendole insieme è come se una ci suggerisse la chiave di risposta dell’altra: per comprendere chi è il Signore Gesù non possiamo rimanere ancorati a noi stessi, alle nostre certezze, a ciò che già crediamo di sapere.
La tentazione della vanità – che si radica nella tentazione originaria di pretendere di essere come Dio – ci chiude alla verità e alla novità. Ci blocca in un’inquietudine negativa, come quella di Erode, che nasce dal voler possedere e controllare, non riconoscendo la propria piccolezza e fragilità. Accogliamo invece l’inquietudine buona, quella portata dalla novità dello Spirito Santo, che soffia, muove, e crea occasioni sempre nuove nelle quali poter incontrare il Signore che ci viene incontro.
Fa, o Signore, che mosse dallo Spirito Santo, sappiamo riconoscerti e accoglierti con cuore pronto e semplice.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 500]
Sebbene il glorioso padre fosse già pervenuto al sommo della grazia davanti a Dio e risplendesse per le sue sante opere davanti agli uomini, pensava di intraprendere un cammino sempre più perfetto […]. Perciò allontanava da sé tutte le preoccupazioni che gli potevano essere di ostacolo e reprimeva il frastuono delle considerazioni umane, e […] diceva: «Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finora abbiamo fatto poco o nessun profitto!».
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