Un cuore unificato che riceve e protegge
Sabato XXIV Settimana del Tempo Ordinario
1Cor 15,35-37.42-49 Salmo 55 Lc 8,4-15
“Un’altra parte cade sul terreno buono”, che produce “cento volte tanto”. Una pienezza straordinaria, segno della benedizione di Dio. Può esserci utile guardare a due espressioni che Gesù usa per descrivere ai discepoli questo terreno così fecondo, per poterci impegnare e fare la nostra parte. Innanzitutto il seme è accolto “in un cuore integro e buono”. Integro vuol dire che non è diviso in sé stesso, ma unificato da una viva tensione ad amare sempre Dio e i fratelli. Poi Gesù parla di una custodia paziente. “Custodire la Parola di Dio” dice Papa Francesco “non è solo ricevere, ma ricevere e proteggere!”. E, con la sua fantastica concretezza, il Papa aggiunge: “il lavoro da fare è questo: cercare cosa significhi quella Parola per me in quel momento, cosa mi voglia dire il Signore in quella precisa situazione della mia vita”.
Ecco, ad accogliere la Parola si impara pian piano nel cammino della vita. È necessario passare anche per i nostri terreni incostanti, aridi e inospitali. Scopriremo con stupore l’azione potente di Dio che fa di noi un terreno buono, fecondo e capace di portare frutto.
Insegna a noi Signore a prenderci cura del seme della tua Parola, come Maria che “da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 402]
I frati erano così pieni di santa semplicità, di innocenza, di purezza di cuore da ignorare ogni doppiezza. Come unica era la loro fede, così regnava in essi l’unità degli animi, la concordia degli intenti e dei costumi, la stessa carità, la pratica delle virtù, la pietà degli atti, l’armonia dei pensieri.
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