Figlio dell’uomo, Figlio di Dio
Lunedì XIX Settimana del Tempo Ordinario
Ez 1,2-5.24-28 Sal 148 Mt 17,22-27
Gesù si è fatto uomo e ha condiviso fino in fondo la nostra umanità. La proclamazione della sua divinità non è mai per affermare dei privilegi ma sempre per farci comprendere l’umiltà di Dio e la grandezza del suo amore per noi.
Gesù è venuto per offrire la sua vita in riscatto della nostra. Il modo in cui il Signore ci salva non passa per strade comode ma richiede il dono di sé. Gesù è venuto a pagare il vero tributo con la sua morte. Proprio vivendo la nostra umanità fino in fondo, abbracciandola fino al suo limite più grande, quello del dolore e della morte, ci ha mostrato la libertà che Dio dona hai suoi figli. Gesù, Figlio del Padre, solo per amore, non per forza ma volentieri, ha dato tutto se stesso per noi, perché ci riconosciamo e viviamo davvero da figli e non da estranei.
Fa’ crescere in noi, o Padre, lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 343-345]
Lo condusse davanti al vescovo della città, perché facesse nelle sua mani la rinuncia di tutte le suo sostanze e la restituzione completa di quanto possedeva. Egli non solo non fece resistenza, ma pieno di gioia si affrettò a compiere con sollecitudine e gioia quanto gli era stato richiesto. Comparso davanti al vescovo, Francesco non esita né indugia sotto nessun pretesto, anzi, senza dire o aspettare parole, si toglie tutte le vesti e le getta a terra, rendendole al padre. […] Ed eccolo ormai lanciarsi nudo contro il nemico nudo e, deposte tutte le cose del mondo, ricordarsi solo della giustizia divina!
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