Gesù, pastore grande!
Venerdì XIV Settimana del Tempo Ordinario
Os 14,2-10 Sal 50 Mt 10,16-23
Il discorso di Gesù, è discorso da pastore, di fiducia per i suoi. Chi sta ed è stato con Lui, sa bene come deve fare, conosce i suoi pensieri e la sua Parola, ha imparato il “suo modo di fare” per poter essere missionario. Il Signore, è vero, manda i suoi discepoli su sentieri pericolosi perché devono raggiungere tutti i confini del mondo e, senza illudere nessuno, pronuncia delle vere e proprie istruzioni, linee guida perché la strada di chi decide di camminare sulle vie della povertà, della carità, della consolazione, non sempre viene capita dal mondo. Anzi, a volte viene proprio ostacolata con il rifiuto, il sospetto, il ridicolo e, addirittura, la violenza, come accade anche oggi, soprattutto in terra di missione. Gesù, dona essenzialmente due parole: semplicità e prudenza. Semplicità, per avere fiducia totale in Dio e nello Spirito Santo; prudenza, per sapersi guardare intorno e poter agire nel modo migliore. Il Signore invia perché è un pastore grande che salva e veglia sui suoi discepoli che danno tutto di sé per annunciare la Parola e donare il suo Amore.
“Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda; poiché rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse, mentre i malvagi v’inciampano”.
Dalla Lettera ai Fedeli [FF 199]
Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri. Teniamo i nostri corpi in umiliazione e dispregio, perché noi, per colpa nostra, siamo miseri, fetidi e vermi, come dice il Signore per bocca del profeta: Io sono un verme e non un uomo, l’obbrobrio degli uomini e scherno del popolo. Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio.
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