La vera meta
Lunedì XIII Settimana del Tempo Ordinario
Am 2,6-10.13-16 Sal 49 Mt 8,18-22
È davvero bello lo slancio dello scriba raccontato nel Vangelo: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Come spesso accade, la risposta di Gesù non è proprio quella che ci si aspetterebbe: «Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
Gesù sempre ci riporta in noi stessi, a riconoscere ciò che ci spinge, perché possiamo seguirlo nella verità. E allora dobbiamo sapere che seguire Gesù non è trovare un passaggio sicuro verso una meta comoda, dove finalmente essere liberi da ogni fatica e difficoltà della vita. La meta per chi desidera seguire Gesù è Gesù stesso! È Lui l’unico su cui possiamo posare il capo. Solo la fedeltà a questo cammino dietro a Lui ci insegna a vivere ogni preoccupazione e ogni attività umana nella giusta prospettiva. Non si tratta di abbandonare la carità verso il prossimo o le legittime necessità del nostro essere uomini e donne, ma di vivere tutto in funzione del bene più grande che abbiamo intravisto, dello slancio che accende e da senso alla nostra vita: seguire il Maestro, dovunque Lui vada.
Signore, scruta il nostro cuore, vedi se percorriamo una via di menzogna, e guidaci sulla via della vera vita.
Dalla Leggenda maggiore di san Bonaventura [1075]
Molti […] infiammati dal desiderio della perfezione di Cristo, abbandonavano ogni vanità mondana[…]. La santa povertà, che portavano con sé come sola provvista, li rendeva pronti ad ogni obbedienza, robusti alle fatiche e disponibili a partire. E siccome non avevano niente di terreno, a niente attaccavano il cuore e niente temevano di perdere. Si sentivano sicuri dappertutto, non turbati da nessuna preoccupazione o ansietà: gente che, senza affanni, aspettava il domani e un rifugio per la sera.
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