Potente mansuetudine
Lunedì XI Settimana del Tempo Ordinario
1Re 21, 1b-16 Sal 5 Mt 5,38-42
Oggi il Vangelo ci propone la via della carità, del dono totale e gratuito, umile e libero. A chi pretende l’essenziale, come una tunica, in più dai anche il superfluo; a chi ti opprime, tu dona ancora di più. Gesù, superando l’antica legge del taglione, indica la strada del disarmo totale davanti all’altro, della mansuetudine vera, soprattutto dinnanzi all’avversario che colpisce e pretende. Non vuol dire essere remissivi o impassibili, tutt’altro: vuol dire sperimentare la potente forza della mansuetudine, che impariamo solo contemplando il mistero dell’Incarnazione e della Passione del Signore Gesù Cristo.
Mansueto, come ci ricorda l’etimologia, è colui che, nel cammino della vita, diventa esperto (sueto) della mano che passa su di lui, la mano degli eventi, la mano degli altri, la mano di Dio.
Seguendo i passi del Maestro e rimanendo stretti a Lui, possiamo sperimentare la forza della vera mansuetudine, che è pace e libertà del cuore. Pian piano ci scopriremo un po’ più esperti della vita e dell’amore, e riconosceremo il tocco della mano tenera e potente del Padre, negli eventi della nostra vita.
Agnello di Dio, che con il dono della tua vita sulla croce ci hai salvati dal peccato e dalla morte, guarisci il nostro cuore da ogni istinto di vendetta e insegnaci la via dell’amore fraterno.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura (FF 1445)
Francesco chiamava le creature, per quanto piccole, col nome di fratello o sorella: sapeva bene che tutte provenivano, come lui, da un unico Principio. Tuttavia abbracciava con maggior effusione e dolcezza quelle che portano in sé una somiglianza naturale con la pietosa mansuetudine di Cristo (…) Spesso riscattò gli agnelli che venivano condotti al macello, in memoria di quell’Agnello mitissimo, che volle essere condotto alla morte per redimere i peccatori.
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