Esigenza d’amore
Venerdì X Settimana del Tempo Ordinario
1Re 19,9.11-16 Sal 26 Mt 5,27-32
Ascoltando questo vangelo forse non ci viene spontaneo attribuirle a Gesù “mite e umile di cuore”: le sue oggi sono parole un po’ dure, ci scuote sentirci dire “cava e getta via” ciò che ti fa essere di scandalo. Sembrano in contrasto con la rivelazione che Dio fa di se stesso nella prima lettura dove egli non si manifesta nel vento gagliardo, né nel terremoto, ma nel mormorio del vento leggero. Ci attrae di più la dolcezza di questa rivelazione!
Se ci fermiamo a riflettere riconosciamo, però, che entrambe le parole dicono la stessa esigenza d’amore di Dio. Al pari del Vangelo, la storia di Elia ci aiuta ad essere realisti circa la nostra vita spirituale: Dio è oltre i nostri schemi e ci dice che la lotta nella vita spirituale è inevitabile e necessaria. Siamo invitati ad una decisione radicale nel cercare la gioia dell’amore vero che, se è tale, non può che essere esigente e dolce insieme. La storia del profeta Elia ci illumina. Lui ha lottato e gli sembra di averlo fatto invano; ora è avvilito e all’estremo delle forze e non capisce più il modo di agire di Dio nella sua vita. Dio non gli dà grandi spiegazioni, anzi nessuna. Piuttosto gli conferma la sua missione: “ritorna sui tuoi passi” e continua a fidarti di me.
Donaci, o Signore, il tuo aiuto perché possiamo vivere la nostra lotta quotidiana confidando in te.
Dalla Leggenda maggiore di san Bonaventura [FF 1059]
Andate – disse il dolce padre ai figli suoi – annunciate agli uomini la pace; predicate la penitenza per la remissione dei peccati. Siate pazienti nelle tribolazioni, vigilanti nell’orazione, valenti nelle fatiche, modesti nel parlare, gravi nel comportamento e grati nei benefici. E in compenso di tutto questo è preparato per voi il regno eterno”. Quelli, inginocchiati umilmente davanti al servo di Dio, accoglievano con intima gioia la missione della santa obbedienza. Diceva, poi, a ciascuno in particolare: Affida al Signore la tua sorte, ed Egli ti nutrirà.
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