Profonda identità
Martedì X Settimana Tempo Ordinario
1Re 17,7-16 Sal 4 Mt 5,13-16
Il sale è stato sempre molto apprezzato e valorizzato dall’umanità sia per conservare ed esaltare il sapore degli alimenti, sia come retribuzione per i soldati (salario). La luce, invece, toglie la paura perché fa vedere bene illuminando i lati bui.
Gesù è Sapienza e Luce del mondo e il cristiano è come Lui, sale e luce, ma, allo stesso tempo, può anche nascondere questa sua profonda identità. L’essere sale e luce è essere volto di Dio nella relazione che scelgo di vivere, nella fede che scelgo di usare, nella docilità che mi impegno a vivere: tutto questo ci permette di gustare prima di tutto la nostra vita e poi di essere significativi nelle tante situazioni che ci interpellano. Siamo chiamati a risplendere nella gioia profonda, a donare la consolazione, a far vedere la via Buona del Vangelo.
Una storiella racconta che il girasole ha la sua forma perché, mentre stava crescendo, guardava continuamente il sole. Anche noi diveniamo ciò che guardiamo e che gustiamo! Come farò a donare parole che hanno sapore senza avere sale in me? Come potrò indicare il Bene senza avere luce in me? Possiamo donare ciò che abbiamo dentro e ciò che vediamo profondamente nella fede.
Le nostre opere buone risplendano, rivelino il bello, perché tu Signore possa essere lodato e creduto!
Dalla vita seconda di Tommaso da Celano [FF 739]
Affermava che i frati minori sono stati mandati dal Signore in questo ultimo tempo per offrire esempi di luce a chi è avvolto dal buio dei peccati. E ripeteva che all’udire le opere virtuose dei santi frati dispersi nel mondo, si sentiva come inebriato di soavissimo profumo e cosparso di unguento prezioso.
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