Martedì IV settimana di Quaresima
Ez 47,1-9.12 Sal 45 Gv 5,1-16
“Àlzati, prendi la tua barella e cammina” (Gv 5,8)
Nel Vangelo di oggi ascoltiamo il terzo segno scelto dall’evangelista Giovanni per muovere alla fede i suoi lettori. è il racconto di una guarigione diversa da tutte le altre, dove è Gesù a chiedere all’uomo malato se voglia guarire. Al contrario di ciò che ci si aspetterebbe, la risposta non è un “sì” deciso, ma una lamentela sulla propria condizione di solitudine. Così Gesù si rivolge all’uomo con un triplice imperativo: “Àlzati”, “prendi” e “cammina”. E l’uomo, all’istante, passa dall’essere disteso a terra allo stare in piedi; dal bisogno di essere preso e posto da altri nella piscina a poter prendere da sé; dall’essere immobile al camminare. Ma, quella che agli occhi di molti sembra una provocazione alle regole del sabato, è la “conversione” delle condizioni esterne che vuole provocare la conversione del cuore: “Ecco: sei guarito!” – dice Gesù all’uomo quando si ritrovano nel tempio – “non peccare più”. Come a dire: ora che mi conosci e hai compreso che anche io ti conosco da sempre, e per te voglio la vita piena, scegli la vita e non lasciarti imprigionare di nuovo.
Così dico a te, figlio mio, come una madre […]: in qualunque maniera ti sembra meglio di piacere al Signore Dio e di seguire le sue orme e la sua povertà, fatelo con la benedizione del Signore Dio e con la mia obbedienza [Lettera a frate Leone, FF 250].
Francesco non volle per nulla essere la chioccia dei suoi frati; semmai una madre […]. La sua è una proposta di vita compatta, che faceva leva sull’autonomia, sull’assunzione di responsabilità e sulla capacità di relazione. (F. Accrocca)
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