Giovedì fra l’Ottava di Pasqua
At 3,11-26 Sal 8 Lc 24,35-48
“Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»” (Lc 24,36)
Dopo l’incontro personale con le donne e i due discepoli di Emmaus, Gesù compare in mezzo ai discepoli riuniti. Egli porta loro un saluto di pace ma la reazione è di stupore misto a paura, gioia, dubbio. Trovarsi davanti alla Vita quando si ha ancora presente la sofferenza e il dolore della morte è qualcosa di inafferrabile, troppo alto da comprendere. Così Gesù sta in mezzo, e si lascia incontrare. Mostra mani e piedi forati dai chiodi divenuti segno della fragilità umana trasfigurata e vivificata dall’amore. Mangia davanti ai suoi, confermando ancora una volta la scelta di Dio di essere uno con il suo popolo. E infine torna a insegnare, aprendo le menti a comprendere il senso di ogni cosa alla luce della Parola, perché tutti possano convertirsi e godere dei tempi della consolazione da parte del Signore.
Dalla Leggenda dei tre Compagni [FF 1411-1412]
Mentre passava vicino alla chiesa di San Damiano, gli fu detto in spirito di entrarvi a pregare. Andatoci, prese a fare orazione fervidamente davanti a una immagine del Crocifisso, che gli parlò con pietà e benevolenza: «Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e restaurala per me». Tremante e stupefatto, rispose: «Lo farò volentieri, Signore» […]. Per quelle parole fu colmato di tanta gioia e inondato da tanta luce, che egli sentì nell’anima ch’era stato veramente il Cristo crocifisso a parlare con lui. Da quel momento il suo cuore fu ferito e si struggeva al ricordo della passione del Signore. Finché visse portò sempre nel suo cuore le stimmate del Signore Gesù, come si manifestò chiaramente più tardi quando quelle stimmate si riprodussero nel suo corpo.
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