Sabato I Settimana di Quaresima
Dt 26,16-19 Sal 118 Mt 5,43-48
“Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge” (Rm13,8)
Il Signore ci elegge come popolo particolare, guarda ciascuno di noi con amore di predilezione. Vivere il “di più” del vangelo significa imitare la perfezione di Colui che ci ama e ci chiama. Non ne diventiamo capaci per merito, o attraverso sforzi volontaristici, ma per grazia. Se, cioè, viviamo da figli, in comunione d’amore con il Padre, stringendo una relazione vitale con il Figlio, portiamo in noi la sua immagine. È dalla somiglianza, infatti, che si riconosce la parentela. Solo così possiamo amare senza aspettare un contraccambio, senza calcolare il guadagno.
Dal Testamento di Santa Chiara [FF 2847] Amandovi a vicenda nella carità di Cristo, dimostrate al di fuori con le opere l’amore che avete nell’intimo, in modo che, provocate da questo esempio, le sorelle crescano sempre nell’amore di Dio e nella mutua carità.
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