Lunedì IV Settimana di Quaresima
Is 65,17-21 Sal 29 Gv 4,43-54
“Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni… questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20,31)
Dalla quarta settimana di Quaresima fino alla Pentecoste (con poche eccezioni) la liturgia propone la lettura del Vangelo di Giovanni. Fra le caratteristiche uniche di questo Vangelo, troviamo il presentare i miracoli compiuti da Gesù come “segni” che muovono a una risposta di fede.
Sono molti i parallelismi con il segno di Cana. A Gesù viene chiesto di intervenire per colmare una mancanza, in questo caso, mancanza di vita. E anche questa volta, Egli non risponde subito, ma anzi sembra rifiutare l’aiuto. Eppure, questo atteggiamento di Gesù permette di far emergere la fede di chi chiede. Una fede che si radica nella parola del Signore. La madre di Gesù aveva detto ai servi “qualsiasi cosa vi dica, fatela”, ora il funzionario “credette alla parola…e si mise in cammino”. Il segno arriva quindi dopo essersi fidati, dopo aver seguito la Parola. Ma quando viene riconosciuto, fa nascere la fede anche nel cuore di tutti coloro che ne sono stati testimoni.
Quando Francesco compone il suo Testamento – a distanza di anni dall’esperienza con i lebbrosi – non solo riconosce l’iniziativa gratuita di Dio nella sua vita ma riconosce anzitutto nel proprio vissuto un luogo privilegiato dell’incontro con Dio, la cui iniziativa ci precede e ci viene incontro proprio nella nostra storia. Anche altre situazioni della vita vengono interpretate nella loro verità più essenziale e profonda dalla fede. (P. Maranesi, M. Reschiglian, “Beato il servo che…”)
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.