Sabato III Settimana del Tempo Ordinario
Eb 11,1-2.8-19 Lc 1,68-75 Mc 4,35-41
«Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?» (Mc 4,41)
Le traversate del lago sono momenti importanti nel secondo Vangelo, sempre i protagonisti sono Gesù e i discepoli e sempre sono caratterizzate da un momento di crisi e quindi occasioni di crescita. Nella domanda dei discepoli: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» l’evangelista mostra con realismo le fatiche della sequela, fatta non solo di bellezza e disponibilità, ma anche di paure e fallimenti. Gesù, mettendo a tacere il “mare”, mostra la sua potenza divina che salva tutto l’uomo. Ai discepoli Egli si rivela non solo come maestro da seguire, ma anche come custode della loro vita. Dopo il miracolo, Gesù interroga i discepoli: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Questa domanda di Gesù, come spesso accade, non chiede una risposta immediata. Egli piuttosto vuole esortare i suoi discepoli a intraprendere un cammino di ricerca, di verità e di conversione. Gesù in molte occasioni si rivela proprio attraverso le domande, sollecitando chi lo ascolta a fare una scelta nei suoi confronti. E mai Gesù si sostituisce nel rispondere, perché la sequela prevede un’adesione personale. Gesù pone domande per aprire un cammino.
Dai Fioretti [FF 1915]
Quando io dicevo: «Chi sei tu, o dolcissimo Dio mio?», io ero in lume di contemplazione, nel quale vedevo l’abisso dell’infinita bontà e sapienza e potenza di Dio; e quando io dicevo: «Chi sono io?» io ero in lume di contemplazione, nel quale vedevo il profondo lacrimoso della mia viltà e miseria, e perciò dicevo: «Chi sei tu, Signore d’infinita bontà e sapienza e potenza, che ti degni di visitare me?».
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