Mercoledì II settimana di Avvento
Is 40,25-31 Sal 102 Mt 11,28-30
Imparate da me (Mt 11,29)
Le letture di oggi fanno risaltare un contrasto: Dio è eterno, ha creato i confini della terra, non si affatica nè si stanca, è onnipotente; Gesù è piccolo, mite ed umile, si fa uno di noi. È questa la massima espressione della misericordia di Dio, che viene nella nostra vita per condividere la nostra debolezza e mostrare la via per volerle bene. “Imparate da me”, dice Gesù, Lui che tutto impara dal Padre. La nostra vita spirituale ha bisgno di quel particolare silenzio che è umiltà e mitezza, per disporci a contemplare come Gesù ha dato valore alla piccolezza.
Dalla Lettera a tutto l’Ordine (FF 221)
Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, si rende presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e degnazione stupenda! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane! Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori.
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