Giovedì II settimana di Avvento
Is 41,13-20 Sal 144 Mt 11,11-15
Io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destra (Is 41,13)
Ci accompagna in questi giorni il tema della piccolezza, abbracciata dal Signore stesso e proposta a noi come qualcosa da non temere, ma da vivere con realismo e fiducia perché essa apre al regno dei cieli. È la via che ha percorso Giovanni Battista, elogiato da Gesù come nessun altro: è grande perché si è aperto alla ricerca del Signore, con lealtà e autenticità. È grande perché si è fatto piccolo, nel tempo della gioia come quello del dolore.
Anche la nostra dignità non sta nel fare cose grandi o nel trovare elogi umani, ma sta nell’accogliere il Signore e nel rimanere nella sua via di piccolezza, che oggi si connota anche come possibilità di sofferenza. Il regno dei cieli soffre sempre la forza del male che c’è nell’uomo. Allora è il Signore stesso che ci aiuta a perseverare, perché ci “tiene per la destra” e mai ci abbandona.
Dalla considerazione sulle Stimmate (FF 1919)
O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti prego: la prima, che in vita mia io senta nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nella ora della tua acerbissima passione, la seconda si è ch’io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quello eccessivo amore del quale tu, Figlio di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori.
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