Giovedì I Settimana di Avvento
«Il Signore è una roccia eterna» (Is 26,4)
Is 26,1-6 Sal 117 Mt 7,21.24-27
Nel Vangelo di oggi la prima esortazione è avere una fede che non si preoccupa solo di invocare il nome Signore, ma che si esprime in un modo fondamentale: vivere nella volontà del Padre. La seconda esortazione ci mette di fronte a una duplice prospettiva: una solidità felice o una caduta rovinosa. La solidità, che è come casa costruita sulla roccia, è di chi sa ascoltare e costruire. L’impegno e la serietà nell’accogliere le “parole” si misurano nel fare: solo chi le mette in pratica con perseveranza mostra di dare ascolto e può vivere la solidità di una fede concreta, non formale. Al contrario, separare il dire dal fare ci rende fragili, lontani dalla roccia che è Dio. Questo modo di vivere è paragonato ad una caduta rovinosa. L’Avvento sia perciò un tempo vissuto tra l’ascoltare e il fare, per essere saldi e vivere nella volontà del Padre.
Signore Gesù, tu sei la roccia eterna, tu sei tutta la nostra solidità.
Da Specchio di perfezione [FF 1730]
Agli inizi della sua conversione il beato Francesco, con l’aiuto di Dio, da sapiente edificatore mise le fondamenta di sé stesso sopra salda roccia, vale a dire sulla grandissima umiltà e povertà del Figlio di Dio, chiamando la sua Religione Ordine dei frati minori, a motivo della massima umiltà.
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