La gioia vera si trova in Dio
Sabato XVII Settimana del Tempo Ordinario
Ger 26,11-16.24 Sal 68 Mt 14,1-12
Il profeta Geremia opera durante la deportazione a Babilonia, in un tempo in cui l’idolatria e altre pratiche pagane si diffondono tra il popolo. Parla a nome di Dio e predica la conversione, proprio come il Battista. I loro interlocutori sono personaggi intrisi di tristezza. Si nascondono dietro ad un modo di fare che sembra dire “va tutto bene”, quando in realtà così non è. Nessuno è esente da questo rischio. Il “segreto” sta nel lasciarsi aiutare da chi vuole il nostro bene per prendere coscienza di ciò che ci allontana da Dio, insieme alla tristezza che ne deriva, per camminare, così, verso la gioia vera.
Signore, insegnaci a riconoscere e ad accogliere chi parla nel Tuo nome.
Dai Fioretti [FF 1863]
Frate Ruffino, uno de’ più nobili uomini d’Ascesi, compagno di santo Francesco, uomo di grande santità, fu uno tempo fortissimamente combattuto e tentato nell’anima dallo demonio […]. Gli cominciò aggiugnere tristizia sopra tristizia […]. Allora frate Ruffino, veggendo che frate Francesco gli diceva per ordine tutto ’l modo della sua tentazione, compunto per le sue parole, cominciò a lagrimare fortissimamente e adorare santo Francesco e umilemente riconoscere la colpa sua in avergli celato la sua tentazione. E così rimase tutto consolato e confortato per gli ammonimenti del padre santo e tutto mutato in meglio. Poi finalmente gli disse santo Francesco: «Va’, figliuolo, e confessati e non lasciare lo studio della orazione usata, e sappi per certo che questa tentazione ti sarà grande utilità e consolazione, e in breve il proverai».
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