DOMENICA – XII DOMENICA DEL T. O. – B
I quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Marco 4,35-41
Riflessione biblica «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Tante volte, nelle nostre difficoltà, quando ci sembra di esser sommersi dalle onde e dai venti contrari, finiamo per mettere il Signore sul banco degli imputati, per addossare a lui la responsabilità del momento difficile che stiamo vivendo. In realtà, quando Lui è con noi sulla barca o, meglio, quando noi siamo con Lui nella traversata della vita, vento e onde contrarie non possono avere il sopravvento. In definitiva, è questione di fede/fiducia. Mi fido davvero di Lui? Come posso pensare che di me nulla gli importi, quando mi ha amato e ha dato se stesso per me (cfr. Gal 2,20)?
Riflessione francescana Scrive Angelo Clareno nel suo Liber chronicarum: «Francesco soleva dire che l’onnipotenza di Dio si manifesta e risplende nella fede e nella pazienza dei santi, perché per fede siamo stati salvati, e tutte le opere di Dio sono nella fede; senza fede è impossibile piacere a Dio. Chi dubita della divina provvidenza – secondo quanto è scritto – è simile all’onda del mare sbattuta qua e là in balia del vento. Un uomo simile non speri di ottenere aiuto da Dio, a motivo del suo animo doppio e incostante in ogni strada che imbocca. Tutto è possibile a chi crede, e per chi ama, ogni più ardua cosa è dolce e leggera» (FF 2141).
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