Se il Signore vorrà, vivremo
Mercoledì VII Settimana del Tempo Ordinario
Gc 4,13-17 Sal 48 Mc 9,38-40
Giacomo mette in luce due verità: il limite della nostra conoscenza e la fragilità della nostra vita. “Non sapete quel che succederà domani!”, dove il verbo “sapere” è inteso come conoscenza certa e pieno controllo degli eventi. E chi può averli sulla propria vita? Non siamo padroni del nostro destino. Il sapiente agisce con saggezza, ma sa affidare il suo avvenire alle mani di Dio. Passa a Lui il “controllo”, chiede a Lui la luce per discernere le scelte. L’altra realtà da accogliere è la fragilità della vita. Dio non la disdegna: anzi, la ama profondamente, l’ha assunta lui stesso, facendosi carne e abitando tra noi. Ha dato per noi la sua vita perché noi avessimo la pienezza della vita che non muore.
“Signore, davanti a te ogni mio desiderio” (Sal 38)
Dalle Laudi e preghiere [FF 268]
Sia santificato il tuo nome: si faccia luminosa in noi la conoscenza di te, affinché possiamo conoscere l’ampiezza dei tuoi benefici, l’estensione delle tue promesse, la sublimità della tua maestà e la profondità dei tuoi giudizi.
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