DOMENICA – SANTISSIMA TRINITÀ – B solennità
Matteo 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Riflessione biblica Oggi è la solennità della Santissima Trinità. È interessante notare come anche i discepoli sperimentino il dubbio, persino al momento stesso dell’incontro. Il Signore non ha paura dei loro limiti e gli affida un incarico. Quello che sembra paradossale ai nostri occhi, a ben vedere è esperienza comune: ognuno di noi può vivere dei momenti di scetticismo, che ci ricordano che non siamo noi i possessori della fede, ma che la riceviamo e accogliamo costantemente come un dono. «Andate dunque»: il mandato è quello di portare al mondo l’insegnamento del Maestro e di battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. I discepoli sono invitati ad andare, a muoversi. Gesù fa una consegna grande, che potrebbe scoraggiare. Eppure il vangelo, la buona notizia rimasta relegata fino ad allora in una piccola zona del medio oriente, con quella consegna a uomini dubbiosi ha raggiunto ogni angolo della terra. All’immensa fiducia con cui Dio, creatore della vita e amante della libertà, ci mette la sua opera nelle mani, è associata un’immensa e rassicurante promessa: Egli è con noi. La sua presenza ci rende strumenti di salvezza. A noi sta scegliere se compiere o no tale missione. La presenza di Gesù «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» non è un accessorio o un amuleto, ma la forza senza la quale non è possibile vivere e portare il suo messaggio di salvezza e di verità.
Riflessione francescana Nel capitolo XVI della Regola non bollata, san Francesco dà due consegne ai frati che vanno in missione. La prima è vivere con semplicità da frati minori, la seconda: «quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose, e nel Figlio redentore e salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non sarà rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio» (FF 43). Francesco torna a ricordare spesso che il Signore resta sempre con noi anzitutto nel pane e nel vino consacrati, oltre che nella sua Parola: «E in tal modo il Signore è sempre con i suoi fedeli, come egli stesso dice: “Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo”» (FF 145). Per questo motivo lo stile con cui andare incontro agli altri, per Francesco, non può che essere la stessa mitezza e umiltà con cui «ogni giorno» il Signore scende sull’altare (cfr. FF 144).
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