Vi fu grande gioia in quella città
Mercoledì III Settimana di Pasqua
At 8,1-8 Sal 65 Gv 6,35-40
Leggendo gli Atti capiamo come gli apostoli avrebbero tutte le ragioni per sentirsi atterriti e abbattuti. Sono odiati e perseguitati, eppure, tirano fuori iniziativa, coraggio, fiducia. Portano ovunque gioia e vita. L’incontro con Gesù dà gioia e sprigiona energie insospettate. Ma, soprattutto, segna la direzione precisa della propria esistenza: rincontrarlo e vivere con Lui per l’eternità. Avere una direzione precisa, custodirla nell’affetto, nella memoria, nel pensiero, infonde libertà, determinazione, creatività al nostro vivere.
Papa Francesco dice: “il vero significato del nostro esistere terreno sta alla fine, nell’eternità. Se noi pensiamo a questo incontro, anche le piccole preoccupazioni quotidiane sono illuminate dalla speranza”.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 357-358]
Con cura e devozione si impegnava a compiere gli insegnamenti uditi. Egli, infatti, non era stato un ascoltatore sordo del Vangelo, ma, affidando ad una encomiabile memoria tutto quello che ascoltava, cercava con ogni diligenza di eseguirlo alla lettera. Da allora, con grande fervore ed esultanza, egli cominciò a predicare la penitenza, edificando tutti con la semplicità della sua parola e la magnificenza del suo cuore.
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