Lasciarsi amare senza paura
Sabato II settimana di Pasqua
At 6, 1-7 Sal 32 Gv 6, 16-21
Le letture di oggi mostrano chiaramente come in caso di difficoltà, se il mare della nostra vita è agitato, sia meglio non contare solamente sulle proprie forze, cercando di arrivare ad una meta che da soli non possiamo raggiungere. Percorrendo questa strada ci potrebbe essere il rischio di trascurare qualcosa di veramente importante, come i fratelli e le sorelle vicini a noi. È, allora, necessario affidarsi e lasciarsi aiutare, senza temere, perché il Signore è con noi, ci indica la strada e ci dice: Sono io, non abbiate paura!
Signore, permettici di lasciarci aiutare nell’amare.
Dalla Leggenda Maggiore di san Bonaventura [FF 1204-1205]
[Francesco] si trovò una volta fortemente angosciato da un dubbio, che per molti giorni espose ai frati suoi familiari, quando tornava dall’orazione, perché l’aiutassero a scioglierlo.
«Fratelli – domandava – che cosa decidete? Che cosa vi sembra lodevole: che io mi dia all’orazione o che vada attorno a predicare?». […] Per molti giorni ruminò discorsi di questo genere con i frati; ma non riusciva a intuire con sicurezza la strada da scegliere, quella veramente più gradita a Cristo […].
Incaricò dunque due frati di andare da frate Silvestro per dirgli che cercasse di ottenere la risposta di Dio sulla dubbiosa questione e che gliela facesse sapere […]. Questa stessa missione affidò alla santa vergine Chiara […]. E furono meravigliosamente d’accordo nella risposta – poiché l’aveva rivelata lo Spirito Santo – […]: il volere divino era che egli, araldo di Cristo, uscisse a predicare.
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