Attrarre a Dio
Sabato V Settimana del Tempo Ordinario
1 Re 12,26-32; 13,33-34 Sal 105 Mc 8,1-10
Santa Scolastica, memoria
Intorno al 931 a.C. il regno di Israele si divide. A sud regna Roboamo, figlio di Salomone; a nord Geroboamo. Entrambi hanno le loro responsabilità in questa dolorosa separazione, dove chi ci rimette è solamente il popolo. Nel racconto di oggi è chiaro. Geroboamo, sa di non poter impedire alla sua gente di andare a Gerusalemme per rendere culto a Dio e, temendo di perdere il suo potere, trova una strategia alternativa. Stabilisce una nuova religione con nuovi templi (a Betel e a Dan) e nuovi sacerdoti. Non solo, così facendo, si allontana da Dio, ma trascina con sé anche i suoi sudditi. Non agisce per il bene del popolo; segue i suoi timori e i suoi interessi. Gesù, invece, attrae la folla, a lungo (per ben tre giorni), con un unico interesse: portare a Dio.
Signore, fa che con la Tua LUCE noi possiamo illuminare chi ci sta accanto e attrarli, così, alla Tua GRAZIA.
Dalla Bolla «Mira circa nos» di Gregorio IX [FF 2724]
Egli certamente non cercò il proprio interesse, ma piuttosto quello di Cristo e servì a lui come ape industriosa; e come stella del mattino che appare in mezzo alle nubi e come luna nei giorni del suo pieno splendore, e come sole splendente nella Chiesa di Dio, prese nelle sue mani la lampada e la tromba per attrarre alla grazia gli umili con le prove delle sue opere luminose, e ritrarre gli incalliti nel male dalle loro gravi colpe atterrendoli con duro rimprovero.
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