Con le mie mani
Mercoledì, II Settimana del Tempo ordinario
1Sam 17,32-33.37.40-51 Sal 143 Mc 3,1-6
Sant’Antonio Abate, memoria
Gesù compie una guarigione, senza lasciarsi intimidire dallo sguardo sospettoso dei farisei. È sollecito verso il dolore di un uomo limitato nel lavoro, azione, dignità, autonomia. E agisce anche perché si manifesti agli occhi di tutti la potenza di Dio. Come Davide, che affronta il Filisteo perché tutta la terra sappia che vi è un Dio in Israele. Anche le nostre mani sono capaci di laboriosità, di cura, di azioni forti e generose che trasmettono amore. Oggi lasciamo che la potenza del Signore rafforzi le nostre azioni, le ricolmi di forza e gratuità. Si manifesti attorno a noi, anche attraverso gesti concreti e disinteressati, la potenza e l’azione di Dio nel mondo.
“Rendi stabile, Signore, l’opera delle nostre mani; sì, l’opera delle nostre mani rendila stabile” (Sal 90).
Dal Testamento [FF 119-120]
“Ed io lavoravo con le mie mani e voglio lavorare; e voglio fermamente che tutti gli altri frati lavorino di un lavoro quale si conviene all’onestà. E quelli che non sanno, imparino, non per la cupidigia di ricevere la ricompensa del lavoro, ma per dare l’esempio e tener lontano l’ozio. Quando poi non ci fosse data la ricompensa del lavoro, ricorriamo alla mensa del Signore, chiedendo l’elemosina di porta in porta”.
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