Convinzioni sradicate
Sabato, feria propria del 23 dicembre
Ml 3,1-4.23-24 Sal 24 Lc 1,57-66
I vicini e i parenti di rallegrano davanti alla nascita del bambino, così come, al loro posto, avrebbero fatto tanti altri. Ancor di più perché è evidente la mano del Signore che ha permesso la vita dove vita non poteva esserci, a causa della sterilità di Elisabetta e della sua età avanzata. Se da un lato, però, queste persone riconoscono facilmente la grande misericordia di Dio, altrettanto facilmente si chiudono a Lui e alla Sua Volontà quando questa sradica le loro consuetudini. Eppure, paradossalmente, è proprio qui, in questo sradicamento, che avvengono i grandi prodigi del Signore. È proprio quando Elisabetta e Zaccaria seguono con decisione la Volontà di Dio, che avvengono grandi cose: i muti parlano e la gente si meraviglia, riconoscendo anche lì, dove non pensavano, la presenza del Signore.
Signore, aiutaci a sradicare le nostre convinzioni affinché possiamo sempre più riconoscere la Tua Volontà e accoglierla con fiducia.
Dal Trattato dei miracoli di Tommaso da Celano [FF 926]
Una donna di Pisa, che non sapeva di essere incinta, mentre nella sua città si cominciava la costruzione di una chiesa dedicata a san Francesco, per tutto il giorno collaborò attivamente all’opera. Ad essa san Francesco apparve di notte, accompagnato da due frati che camminavano presso di lui, portando due ceri, e le disse: «Ecco, figliola, tu hai concepito e partorirai un figlio. Sarai assai felice di lui, se gli darai il mio nome». Giunse quindi il tempo del parto e diede alla luce un figlio. La suocera allora disse: «Si chiamerà Enrico, in ricordo di quel nostro parente». «No, assolutamente – insisté la madre –, ma si chiamerà invece Francesco!».
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