Solennità Tutti i santi – 1 novembre
Matteo 5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno
fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di
pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Riflessione biblica
Le beatitudini sono l’annuncio di un modo diverso di vedere la vita. La nostra cultura ci dice che per essere felici bisogna essere più degli altri o almeno come la maggior
parte degli altri: e in questo modo diventiamo spesso insaziabili nei nostri desideri. Gesù, al contrario ci dice, che la felicità non viene da fuori, da quello che abbiamo o
da quello che ci succede, ma dalla presenza del Signore, che è particolarmente vicino proprio a chi è in difficoltà o messo ai margini.
Riflessione francescana
Il giovane Giovanni di Pietro di Bernardone (detto Francesco) ha cominciato a cambiare vita dopo aver incontrato un lebbroso, una persona che era esclusa dalla società di quel tempo e che era tutt’altro che una persona fortunata. Ciò che era amaro divenne per lui dolcezza di animo e di corpo: proprio nella logica delle beatitudini, la fraternità è in effetti la presenza del Regno di Dio in mezzo a noi e l’inizio del mondo nuovo.
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