Riconoscenti
Lunedì XXIX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 2,1-10 Sal 99 Lc 12,13-21
L’uomo della parabola ragiona e parla “tra sé”, non pensa a nessuno di cui curarsi, nessuno cui fare un dono, nessuno da ringraziare. Gesù non condanna la ricchezza come un male in sé. Ma ci mette in guardia da un pericolo: credere, – e di conseguenza vivere – come se la vita dipendesse da ciò che si possiede. Se è così, tutto dipende da ciò che possiedo, e non può esserci posto per nessun’altro oltre me stesso. Ma la vita è un dono! “Siamo infatti opera Sua” ricorda san Paolo. Riconoscere che all’origine della nostra vita e di ogni “raccolto abbondante” c’è la volontà buona di Dio, ci toglie dal centro, ci rimette al nostro posto, ci rende più umili e più grati… e più lieti!
Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi
Dalla Regola non bollata [FF 49]
E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene.
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