Quale fuoco?
Martedì XXVI Settimana del Tempo ordinario
Zac 8,20-23 Sal 86 Lc 9,51-56
La posizione ferma e decisa che il Signore ci chiede di prendere, non è tanto nei confronti degli altri, ma verso noi stessi, dentro di noi: è qui che si combatte la vera battaglia. Spesso cediamo alle prime difficoltà, appena la fede diventa più esigente. Quanto scoraggiamento, a volte, per una fatica più pesante, un dolore imprevisto, un’offesa subita… Ecco che allora si accende il fuoco della nostra misera e umana giustizia, delle nostre rivalse. E, come i discepoli, vorremmo che il fuoco incenerisse chi si presenta ai nostri occhi come nemico. Non è questo il fuoco che Gesù è venuto a portare. Il suo è quel fuoco che tanto vorrebbe già acceso in noi (cfr. 12,49). Qual è oggi il mio fuoco? Quale fuoco gli altri colgono dalla mia fede?
Signore, ogni volta che ti volti e ci rimproveri, donaci di cogliere l’occasione per crescere nell’amore e nella conoscenza della tua volontà.
Dalla Lettera enciclica di frate Elia [FF 307]
Questo egli ha fatto, come vera luce meridiana: Colui che sorge dall’alto illuminava il suo cuore e accendeva la volontà di lui con il fuoco del suo amore: ed egli predicava il regno di Dio e convertiva il cuore dei padri verso i figli e gli stolti alla prudenza dei giusti e in tutto il mondo ha preparato un popolo nuovo per il Signore. Il suo nome fu divulgato fino alle isole lontane, e tutta la terra ha guardato con stupore le sue mirabili imprese.
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