Dite “Padre!”
Mercoledì XXVII Settimana del Tempo Ordinario
Gio 4,1-11 Sal 85 Lc 11,1-4
Quanta inquietudine nel cuore di Giona, un tormento fatto di ribellione, sdegno, scontentezza… Questo contrasta fortemente con la tenera pietà di Dio, a cui non sfugge nulla: è attento, vede, si preoccupa, ha misericordia di tutti, perfino degli animali! Davanti a un Dio così, le nostre sciocche rivalse, le ripicche, talvolta anche le nostre vendette, risultano davvero tristi. La preghiera del “Padre nostro” ci ricorda la realtà delle cose, ci riporta alla smisurata misericordia che Dio riversa su ciascuno di noi: un dono folle, illogico, immeritato. Come non restituire tutto questo ai nostri fratelli, attraverso la cura, la comprensione, la paziente tenerezza?
Grazie Padre perché la sola condizione che il tuo amore ci pone è la riconciliazione sincera con gli altri.
Dal Libro delle Cronache di Angelo Clareno [FF 2141]
Cristo disse: “Non ti lascerò né ti abbandonerò, e ancora: “Non temete, piccolo gregge, ché è piaciuto al Padre mio darvi il regno”. Quanto più le cose necessarie alla vita? (…) Chi dubita della divina provvidenza è simile all’onda del mare sbattuta qua e là in balia del vento. Un uomo simile non speri di ottenere aiuto da Dio, a motivo del suo animo doppio e incostante in ogni strada che imbocca. Tutto è possibile a chi crede, e per chi ama, ogni più ardua cosa è dolce e leggera.
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