Fatica e grazia
Sabato XXIII Settimana del Tempo Ordinario
1Tm 1,15-17 Sal 112 Lc 6,43-49
Santi Cornelio, papa, e Cipriano, vescovo – memoria
Se siamo onesti con noi stessi, certamente potremmo ripetere a noi stessi: Perché invochiamo: “Signore, Signore!” e non facciamo quello che Lui ci dice? Lui ci dona la vita e ci indica come viverla in pienezza, ma sta a noi scegliere cosa fare.
Ascoltare la Parola del Signore certamente ci scalda il cuore, ci da consolazione e speranza. Ma se, pur ascoltando la Sua voce, restiamo fermi al nostro modo abituale di pensare e di fare, quando le nostre abitudini, la nostra quotidianità, tutto ciò che per noi “è di casa”, sarà scosso da una prova della vita, allora ogni nostra certezza verrà meno, e quello che ci sembrava di aver costruito, finirà per ricaderci sopra come un peso. Se invece ci accogliamo la fatica (e la grazia!) di cambiare il nostro modo di fare e di pensare alla luce della Parola del Signore che ci insegna come amare, allora la nostra sarà una casa stabile, solida, in cui poter rimanere sicuri anche nei momenti più duri.
O Padre, fa risplendere su di noi la tua luce, perché illuminati dalla tua parola, camminiamo verso di te con cuore generoso e fedele.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 357]
Egli non era stato un ascoltatore sordo del Vangelo, ma, affidando a un’encomiabile memoria tutto quello che ascoltava, cercava con ogni diligenza di eseguirlo alla lettera.
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