“Da quell’altezza impariamo l’amore”
Giovedì XXIII Settimana del Tempo Ordinario
Nm 21,4-9 Sal 77 Fil 2,6-11 Gv 3,13-17
Esaltazione della santa Croce, Festa
A volte, per certi cambiamenti della vita basta un istante. Ma i cambiamenti del cuore necessitano di tanto tempo e pazienza. Come il lungo cammino del popolo d’Israele nel deserto. Dove porta questo paziente cammino? Ad accogliere la propria miseria come luogo privilegiate dell’opera di Dio in noi. Quante volte sperimentiamo in noi superbia, supponenza, presunzione, pretesa di essere migliori degli altri: tutti “morsi” che ci avvelenano e ci allontanano da Dio e dai fratelli. Ma l’Altissimo è disceso dal cielo, proprio per dirci che siamo figli amati, per salvarci dal morso del male. Oggi esaltiamo la Croce del Signore, la onoriamo. Non è solo luogo di dolore, ma anche vertice di amore. Incondizionato amore del Figlio di Dio, che muore e scende negli inferi
più bassi, fino a raggiungere anche l’ultimo degli uomini, a raccogliere su di sé anche il peggiore dei peccati. Perché con lui noi tutti possiamo tornare a vivere per sempre.
Nel tuo nome, Signore Gesù, ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra.
Dalle Lettere di Santa Chiara ad Agnese di Boemia [FF 2879]
Vedi che Egli per te si è fatto oggetto di disprezzo, e segui il suo esempio rendendoti, per amor suo, spregevole in questo mondo. Mira, o nobilissima regina, lo Sposo tuo, il più bello tra i figli degli uomini, divenuto per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato, percosso e in tutto il corpo ripetutamente flagellato, e morente perfino tra i più struggenti dolori sulla croce. Medita e contempla e brama di imitarlo.
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