Sazietà
Lunedì XVIII Settimana del Tempo Ordinario
Nm 11,4b-15 Sal 80 Mt 14,13-21
Abbiamo tutti bisogno di mangiare, e tutti sperimentiamo che c’è una fame che ci spinge oltre: la fame di vita, di amore, di senso. È la fame che solo Dio, con la sua Parola e la sua presenza in noi, può saziare. Se non la riconosciamo, finiamo per mangiare di tutto senza essere mai sazi; se non riconosciamo la nostra “fame di Dio” finiamo per essere aridi e incapaci di gustare la vita. Così il popolo nel deserto, che stava facendo esperienza della bontà e misericordia di Dio, ma era divenuto sordo alla Sua voce, diventa incapace di saziarsi con la manna quotidiana, dono premuroso di Dio, e desidera altro, finendo per avere nostalgia della schiavitù che l’opprimeva.
Il Vangelo ci insegna che, per saper gustare l’amore di Dio per noi, dobbiamo come la folla cercare Gesù e seguirlo, per imparare a fare come Lui: riconoscere ciò che il Padre nella vita ci ha già donato, rendere grazie per questi doni e condividerli con chi ci è vicino. Ci accorgeremo allora che ogni giorno il Padre ci dona il pane vero che sazia ed è sovrabbondante.
Donaci di gustare oggi, o Signore, la tua Parola che sazia.
Dai Fioretti [FF 1841]
E pervenendo un dì a una villa assai affamati, andarono, secondo la Regola, mendicando del pane per l’amore di Dio […]. Accattato ch’egli ebbono, […] santo Francesco […] disse così: «O frate Masseo, noi non siamo degni di così grande tesoro». E ripetendo queste parole più volte, rispose frate Masseo: «Padre, come si può chiamare tesoro, dov’è tanta povertà e mancamento di quelle cose che bisognano? Qui non è tovaglia, né coltello, né taglieri, né scodelle, né casa, né mensa, né fante, né fancella». Disse santo Francesco: «E questo è quello che io reputo grande tesoro, dove non è cosa veruna apparecchiata per industria umana; ma ciò che ci è, è apparecchiato dalla provvidenza divina».
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