Gv 11,19-27

Vita da risorti

Vita da risorti

Sabato  XVI  Settimana del Tempo Ordinario
1Gv 4,7-16    Sal 33    Gv 11,19-27
Santa Marta, memoria

Marta, nel momento della massima prova davanti alla morte, dolcemente ma con la concretezza del suo temperamento, affronta l’amico Gesù esprimendogli tutto il suo dolore. Allo stesso tempo, però, dichiara tutta la fiducia e la speranza che ripone in Lui.
Marta parla al futuro: so che risorgerà, Gesù parla al presente: Io sono la Resurrezione e la vita, sono Colui che adesso, qui, fa rinascere e ripartire da tutti gli abbandoni, gli inverni…
Prima la resurrezione, poi la vita. Sì perché la resurrezione è un’esperienza che interessa prima di tutto il nostro presente. Siamo chiamati a risorgere da vivi prima che da morti, a svegliarci e rialzarci da tutti i momenti di difficoltà o di scoraggiamento. La vita risorta è la vita stessa di Cristo in noi: come Lui lasciarsi prendere dalla pietà, saper piangere, amare la pace e la giustizia, riempire la vita di quelle cose che durano oltre la morte, riempirla di Dio.

Santa Marta, aiutaci ad essere uomini e donne di speranza, accoglienti e  pronti a servire Gesù come te.

Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1268]
Nella città di Sessa, una casa crollò improvvisamente, travolgendo un giovane e uccidendolo sul colpo. Uomini e donne rimossero le travi e portarono il corpo del figlio morto alla madre. Ma l’infelice, tra amarissimi singhiozzi, con voce di dolore gridava: «San Francesco, rendimi il figlio mio!». Non vedendo più segno di vita, misero il cadavere su un lettuccio, nell’attesa di seppellirlo l’indomani. La madre però, che aveva fiducia nel Signore e nei meriti del suo santo, fece voto di donare una tovaglia nuova per l’altare del beato Francesco, se egli avesse richiamato in vita suo figlio. Ed ecco, verso l’ora di mezzanotte, il giovane cominciò a sbadigliare, sentì rifluire il calore nelle membra e si rialzò, vivo e sano, prorompendo in esclamazioni di lode e incitando anche il clero là convenuto e il popolo tutto a lodare e ringraziare con letizia Dio e il beato Francesco.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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