La minaccia del nostro male
Martedì XV Settimana del Tempo Ordinario
Es 2,1-15 Sal 68 Mt 11,20-24
Gesù si rivolge alle città “nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi”, dove le malattie erano guarite e i problemi risolti. In questo clima sereno però non è avvenuta la conversione. Per questo il linguaggio di Gesù è di minaccia. Ma in realtà non ha lo scopo di punire, bensì di rivelare. La minaccia di Gesù, infatti, rivela il male che stiamo facendo, in modo che possiamo abbandonarlo e cambiare. É una minaccia che rivela anche quanto sia grande l’amore di Gesù che vuole salvarci dalla minaccia del male, e che rischiamo di non vedere. Ma c’è un’altra chiave di lettura con cui possiamo accogliere la Parola di oggi: quando tutto procede bene, in serenità, in pace, senza contrasti, dobbiamo chiederci se rimaniamo nel desiderio di Dio. È bene domandarci sinceramente se i suoi doni ci impegniamo a farli fruttificare nella logica del vangelo, oppure se ci accomodiamo perdendo di vista la necessità della conversione continua.
Donaci Signore un cuore vigilante su noi stessi, che respinga il male e cerchi con forza il bene.
Dalle Ammonizioni [FF 147]
Mangia (…) dell’albero della scienza del bene colui che si appropria la sua volontà e si esalta per i beni che il Signore dice e opera in lui; e così, per suggestione del diavolo e per la trasgressione del comando, è diventato per lui il frutto della scienza del male. Bisogna perciò che ne sopporti la pena.
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