DOMENICA 9 luglio – XIV DOMENICA T.O. – A
Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Riflessione biblica – Essere piccoli significa riconoscere il nostro vero valore, significa essere umili, comprendere che siamo esseri bisognosi, che tutto ciò che siamo è un dono ricevuto e che la vita è troppo grande per essere tenuta solo nelle nostre mani. Solo chi non vive nella logica del “self made man” può sentire l’invito “Venite a me…” e veramente trovare sollievo perché il peso non sarà più portato da soli ma in compagnia di Gesù, il primo a essersi fatto umile, consegnandosi nelle mani dell’uomo. Questa consegna ci dice il valore vero di ciascuno: infinito agli occhi del Padre.
Riflessione francescana – Quante volte con i giovani è necessario ricordare quanto valgano! Ma anche a me serve ricordare quanto valgo e allora vado a leggere la diciannovesima ammonizione di s. Francesco: «Beato il servo il quale non si ritiene migliore, quando viene magnificato ed esaltato dagli uomini, di quando è ritenuto vile, semplice e spregevole, poiché quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più» (FF 169). E di solito aggiungo “né di meno”. Questo ci permette di affidarci a Dio ed essere liberi da altri giudizi, poiché solo il suo sguardo ci conosce fino in fondo.
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