Luce e sentinella
Lunedì IX Settimana del Tempo Ordinario
Tb 1,3; 2,1b-8 Sal 112 Mc 12,1-12
San Bonifacio, memoria
Dio, come l’uomo della parabola, ci mostra il suo amore prima di tutto donandoci con generosa fiducia il frutto del suo lavoro: il creato, con tutte le sue bellezze e i suoi frutti, è in se stesso segno della Sua bontà per noi. Ma noi, come i contadini della parabola, non sempre cogliamo tanta generosità e bellezza. Chiudendoci alla gratitudine seguiamo la voce del “mio-mio, io-io” e mettendo al centro noi stessi siamo sempre più impediti nel riconoscere l’amore del Padre. Egli invece, si spinge fino a donarci il “figlio amato”.
Di fronte a tanta chiusura e cattiveria che riconosciamo nel mondo ma spesso anche nel nostro cuore, ringraziamo per coloro che, fedeli al bene, scuotono la nostra coscienza, e come Tobia sono luci e sentinelle, che ci insegnano a riconoscere l’amore con il quale siamo amati, e a restituirlo nella cura del fratello e nella ricerca del bene, anche quando costa sacrificio e espone alla derisione.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Dalla Leggenda maggiore [FF 1020]
La grazia di Dio, nostro salvatore, in questi ultimi tempi è apparsa, nel suo servo Francesco, a tutti coloro che sono veramente umili e veramente amici della santa povertà. Essi, mentre venerano in lui la sovrabbondante misericordia di Dio, sono istruiti dal suo esempio a rinnegare radicalmente l’empietà e i desideri mondani, a vivere in conformità con Cristo e ad aspirare, con sete e desiderio insaziabili, alla beata speranza. [Dio…] non soltanto lo sollevò, mendico, dalla polvere della vita mondana, ma anche lo rese tale che facesse professione della perfezione evangelica, ne fosse la guida e l’araldo, e lo scelse come luce per i credenti, affinché divenuto testimone della luce, preparasse per il Signore la via della luce e della pace nel cuore dei fedeli.
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