È questione di presenza
Venerdì IX Settimana del Tempo Ordinario
Tb 11,15-17 Sal 145 Mc 12,35-37
La storia di Tobi ci insegna il ringraziamento. Non è una storia facile perché Tobi, data la sua situazione di imprevista e anche un po’ assurda cecità, chiede di morire. Ma proprio attraverso questo viaggio nel buio, si ritrova a compiere un’esperienza di liberazione e guarigione. è la domanda, è la ricerca, è l’attesa, è nel cammino che compie la crescita della sua fede… E il Signore interviene con il suo Angelo e opera ben più di quello che Tobi possa comprendere. Dio riempie la nostra sofferenza non di parole ma di compagnia, di presenza. Cerchiamo perciò la presenza divina nelle nostre domande e sofferenze. Così, riuscendo a riconoscerla, potremmo anche ringraziare per come siamo accompagnati e per i miracoli che compie!
Dio Padre buono, donaci di essere tuoi fiduciosi familiari.
Dallo “Specchio di perfezione” [FF 1776]
“Vorrei che si circondasse di compagni di provata onestà, inflessibili contro le passioni, forti nelle difficoltà, pietosi e comprensivi verso i colpevoli, e che abbiano per tutti lo stesso affetto, e non ricevano dal loro lavoro se non ciò che è strettamente necessario al corpo e nulla desiderino, fuorché la lode di Dio, l’avanzamento dell’Ordine, il bene della loro anima, la perfetta salute di tutti i fratelli. Siano affabili verso tutti, come si conviene, e accolgano con santa letizia quelli che vengono da loro, mostrando a tutti, con purezza e semplicità, in sé stessi l’immagine e l’esempio dell’osservanza del Vangelo, quale professata nella Regola. Ecco – disse – tale dovrebbe essere il ministro generale di questa Religione e i suoi compagni”.
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