Senza tristezza
Giovedì V Settimana di Pasqua
At 18,1-8 Sal 97 Gv 16,16-20
Bella la vocazione di San Paolo che nel tempo prende sempre più forma come discepolo di Gesù nel mondo: provvede al sostentamento con il lavoro delle proprie mani e si dedica tutto alla Parola di Dio.
Dona tutto sé stesso affinché la sua vita sia piena, vincendo la delusione del rifiuto, quando, al suo annuncio, Gesù e la sua stessa persona non sono accolti. In lui sì che la tristezza si cambia in gioia! Tutto questo avviene non come promessa futura, ma come promessa del qui ed ora. San Paolo nella sua missione evangelizzatrice non si ferma davanti al rifiuto, non cede allo sconforto; nella fede si lascia guidare dallo Spirito Santo che mai delude e sempre illumina per vie nuove. L’apostolo cerca e annuncia, sapendo bene in chi ha posto la sua fiducia.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie (dal Salmo 97).
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1051]
Mentre un giorno ascoltava devotamente la messa degli apostoli, sentì recitare il brano del Vangelo in cui Cristo, inviando i discepoli a predicare, consegna loro la forma di vita evangelica, dicendo: Non tenete né oro, né argento, né denaro nelle vostre cinture, non abbiate bisaccia da viaggio, né due tuniche, né calzari, né bastone. Questo udì, comprese e affidò alla memoria l’amico della povertà apostolica e subito, ricolmo di indicibile letizia, esclamò: «Questo è ciò che desidero; questo è ciò che bramo con tutto il cuore!». Si toglie i calzari dai piedi; lascia il bastone; maledice bisaccia e denaro e, contento di una sola tonachetta, butta via la cintura e la sostituisce con una corda e mette ogni sollecitudine del cuore per vedere come realizzare quanto ha sentito e come adattarsi in tutto alla regola e retta via degli apostoli.
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